L’Arci chiede lo stop immediato delle ostilità in Ucraina e condanna l’aggressione armata della Russia.
Esprimiamo una forte preoccupazione per la popolazione civile inerme, i bambini, le donne, gli anziani, che come sempre pagheranno il prezzo più caro della guerra. Auspichiamo che si rendano da subito disponibili dei corridoi protetti per consentire alle agenzie internazionali e alle organizzazioni umanitarie un intervento efficace e senza rischi.
Siamo vicini e solidali alla società civile pacifista in Russia e Ucraina e sosteniamo con loro tutti gli sforzi necessari per un immediato cessate-il-fuoco e per una ripresa dei tavoli negoziali: “la pace si fa con il nemico”.
E’ questo il momento di far sentire la voce della società civile pacifista in Italia e in tutta Europa!
L’Arci parteciperà alle iniziative che sono programmate – e si stanno in queste ore organizzando – in moltissime città italiane e concorrerà a promuoverne di ulteriori in un’ottica di inclusione, unità e partecipazione diffusa – sui contenuti già pubblicati dalla Rete Italiana Pace e Disarmo – così come è già parte attiva della manifestazione di Roma di sabato 26 in Piazza SS. Apostoli.
Vogliamo prenderci la nostra parte di responsabilità, come cittadine e cittadini, e dire con chiarezza alle istituzioni italiane ed europee che la nostra mobilitazione non cesserà – anzi crescerà – fin quando i venti di guerra non saranno spenti.
Chiediamo al nostro Paese e all’Europa:
Auspichiamo inoltre che le Nazioni Unite assumano un ruolo centrale nella prossima fase, come soggetto super partes a garanzia di tutti i Paesi coinvolti, per poter riaprire la strada per un processo di pacificazione stabile e duraturo in un quadro di rispetto dei diritti fondamentali per tutte e tutti.
Quanto abbiamo di fronte conferma l’importanza di un investimento delle istituzioni e del terzo settore nella promozione di una cultura di pace presso le giovani generazioni, contribuendo alla creazione di spazi in cui si possa esprimere la voce delle cittadine e dei cittadini che chiedono pace, cultura, giustizia e lavoro.
Fonte: ARCI NAZIONALE
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